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Ci sono libri che si possono definire "belli" per la qualità e per le scelte delle opere riprodotte, e altri, invece, che lo sono per il loro contenuto: nel caso de "La ceramica a Siena" l'aggettivo vale per entrambi gli aspetti, e la cosa non è di certo frequente. Non lo è per la storia della ceramica italiana: un terreno prima riservato a pochi adepti, e poi, dall'ultimo dopoguerra, negletto dalla più matura storiografia nazionale, che lo ha lasciato ai contributi spesso "italianamente" geniali di cultori e collezionisti. Per questo questo libro è bello: non pretende, infatti, di attingere a un'utopistica, irraggiungibile completezza, ma è esauriente e perfetto nella struttura della sua esposizione, in quanto si rivolge con giusto approccio e dovizia di particolari a esaminare un fenomeno così importante nelle sue molteplici sfaccettature, dalla letteratura sull'argomento a tutti i periodi storici significativi del suo sviluppo, senza dimenticare la contemporaneità e i riscontri nei centri limitrofi. Con questa esperienza, gli autori del volume segnano, nel nome di Siena, una pagina fondamentale negli studi sulla storia della ceramica postclassica in Italia. Il volume, curato da Margherita Anselmi Zondadari e Paolo Torriti, si compone di cinque saggi scritti, oltre che dai due curatori, da Ettore Pellegrini, Mario Luccarelli e Anna Migliori Luccarelli e Giuseppe Cantelli.